Preghiera x Mareciallo Milo

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..come fulmine a ciel sereno vengo a sapere della morte del Nostro Maresciallo cerco di fingere distacco ma di notte lo stesso  Milo mi strattona seduto in fondo al letto e per mia fortuna mi sveglio di soprassalto da un sogno o meglio incubo dato che dispiaciuto con sommo dolore in quel preciso momento lo stavo proprio piangendo. Subito mi metto a scrive passo la notte in bianco non riuscendo ad interpretare il sogno o meglio il messaggio  ricevuto nel sonno…  devo leggere devo renderlo pubblico o no?.. sto benedetto  scritto

Il giorno seguente mi documento e al mattino dopo aver fatto visita al Defunto mi reco dal Parroco di Villa D’Almè  per chiedere consiglio . In sacrestia  trovo perfino Rino dipendente del Credito Bergamasco un caro conoscente che da anni non vedevo è già sto meglio, mi racconta delle sue ultime vacanze passate in puglia proprio in compagnia del Maresciallo che è un suo caro amico. Don Raffaele invece dopo essersi consultato con lo stesso conoscente, mi dice che la funzione è già di per se troppo lunga e non vede come si possa inserire lo spazio per la lettura del mio scritto e  rimane stupito notando che io ne sono quasi compiaciuto o meglio sollevato di fronte al suo rifiuto

Di fatto io mi libero di un peso = l’obbligo di una atto dovuto …io ho fatto quello che dovevo fare di più non posso e nemmeno oso.. osare.. è così che dopo il consenso  del Parroco e dello stesso  Signor Rino consegno la lettera alla coniuge del Maresciallo e già sto solo un pochino meglio; nemmeno il tempo di mangiare e sono alla Funzione stracolma di gente e di dolore…una nevicata  da un tocco di surreale anzi di poesia, la candida coltre repentina avvolge tutto.. il buio della sera, il nero della divisa e px un attimo erfino la nostra sofferenza …

Preghiera

Ieri come fulmine a ciel sereno e per giunta “fuori stagione”, ho saputo della Tua scomparsa Milo;  ho finto distacco ma rimasi scioccato, tanto che stanotte mi sono svegliato di sobbalzo rendendomi conto che sognando piangevo la Tua Morte. Subito ho sentito l’impellente bisogno  di scrivere queste poche righe, se poi non avrò il coraggio di leggerle, le consegnerò alla Signora Celina come segno di perenne riconoscenza.

Ci vuole molto coraggio leggere di fronte ad una Assemblea raccolta in dolore ma  sicuramente ce ne vuole molto di più affrontare con serenità e determinazione 33 anni di servizio nell’Arma.

Penso senza ombra di dubbio che io sono stato il Cittadino che più Ti ha sconvolto nella Tua Professione  e non lo dico x vanto anzi, tuttora me ne rammarico; non che fossi un incallito criminale tutt’altro, solo che   non mi rassegnavo a fare il Padre orfano parttime x poche ore al mese. Tu  avevi parole dure, ma mai pesanti, anche di rimprovero nel cercare di consolarmi e contenermi, addirittura pur di convincermi cercavi di parlarmi in dialetto bergamasco più consono nell’esprimere situazioni angosciose o forse solo per  sdrammatizzare e farmi sorridere dato che non ne eri proprio capace. Per Te Franco fu difficile gestire la mia situazione, dato che solo in apparenza fingevi distacco con lo sguardo sempre fisso, ma gli occhi lucidi, Ti lascivi coinvolgere tralasciando in quelle occasioni non solo il Grado ma pure la Divisa. In quelle occasioni sembravamo un poco don Camillo e Peppone, litigiosi ma sempre con venerato reciproco rispetto. Ero tanto rognoso che  in quel  periodo ricordo  mi etichettavano come un mangia Carabinieri. Niente di più falso tutt’altro aldilà delle angosciose cronache recenti, che ci ricordano quanto è misero l’uomo e Misericordioso Iddio è massima la mia riverenza verso l’Arma così ben rappresentata dal ..Nostro Maresciallo

Qui presente in Assemblea sono sicuro che ci sarà qualche tuo collega che avrà trovato un caffè in sospeso già pagato da un ignoto, quando si recava al bar  prima del servizio, o avrà ricevuto un vassoio  di pasticcini mentre era in pattuglia sulla strada senza sapere chi glieli offrisse. Dico questo x far capire che la Gente Comune seppure semplice e umile o con parere contrario non è certo stupida e sa riconoscere chi svolge una Professione tanto delicata ed impegnativa forse in assoluto il lavoro  più difficile al mondo

Proprio di recente Ti ho incontrato per strada caro Milo  e rammentandoti  il tempo passato Ti rinnovavo le mie scuse per i tanti grattacapi che ti creavo, accentuando oltremodo  il tuo lavoro già pesante, ma Tu  x contro con mia grande sorpresa mi hai confidato…. che nei miei panni in quel contesto  come Padre avresti  fatto molto  peggio.. Ma come ? gli chiesi.. solo che non potevi agire altrimenti per attenuare e spegner un fuoco già ardente…e  pur di preservare   il Bene Comune e tutelare comunque il più debole. Per questo ora ti dico Grazie anche a nome dei miei 3 figli .

 

E mi dicevi questo con la voce da terrone che x  nostra fortuna non disimparasti mai,  e che  tanto si accentuava e  contraddistingueva quando eri felice; stringendomi la mano con lo sguardo non più lucido, ma pieno d’infinito,  mentre sul tuo caratteristico labro seppur solo accentuato faceva capolino come sempre  un cordiale  sorriso.  In quell’occasione tu vedendomi felice mi hai celato il tuo dramma, mentre io ignaro, dalla gioia avrei voluto abbracciarti e sollevarti da terra ma essendo sulla strada e suggestionato dai Gradi e dalla  Divisa non ho avuto il coraggio di osare tanto.

Niente e Nessuno oggi mi vieta di Abbracciati almeno simbolicamente , per questo dunque…scrivo e con Te abbraccio e ringrazio la Tua Famiglia e L’arma che tu hai Ben rappresentato ed Onorato.  

Un  grande Uomo un militare saggio che sa anche ammettere i propri limiti o sbagli.

Un Uomo che ha ricevuto il battesimo della sofferenza con le tribolazioni e le responsabilità di Grado  di  un Lavoro così arduo, quotidianamente a contatto con  le  molteplici  miserie umane  e come non bastasse poi  “provato” con la malattia,  pure il calice della passione. 

Sempre questa notte pur di  confortarmi ho aperto x caso un libro di preghiere non so di che lauda o salmo  trattasse  (io purtroppo sono ignorante in materia e pure poc catolek)  e nemmeno farlo apposta vi ho letto  ..come oro al crogiolo ho provato la fedeltà del mio Servo a lui darò le chiavi della mia casa

 Se apre nessuno  può chiudere….  Se chiude , nessuno può aprire Ho  pensato subito a Te  Milo alla Tua vita esemplare  che ci fa ben sperare per un futuro migliore e ci fa pure sognare…si sognare si..  ho pensando infatti al tuo bel viso quasi di eterno fanciullo. Ho richiuso gli occhi e ti ho visto piccino correre sulla piazza maggiore di Catrignano del Capo (nomen omen) giocare al rimpiattino, nonostante le ampie braghe corte, e le scarpe pesanti già passate dal fratello maggiore ,  arrivare prima al muro del Palazzo Muzi …. e con gli occhi rivolti al cielo come da supplica, felice x l’ennesima tua conquista, con la mano a lato delle bocca x ampliarne il suono…gridare a fil di voce… ora per la malattia e allora x la corsa a mozzafiato…  LIBERI TUTTI ..grazie Milo

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